E’ l’assessore più criticato, e in questo momento in cui il sindaco pensa di azzerare le deleghe, è indicato come colui che quasi certamente lascerà l’esecutivo. Sia Scafati in Movimento che Angelo Matrone (nella foto in basso a sinistra) per Fdi ne chiedono le dimissioni, come a fare un “favore” al primo cittadino, facilitandogli il “lavoro”. Ad ogni modo, Antonio Pignataro (nella foto a destra) si difende dalle accuse, il suo è forse l’assessorato più difficile e facilmente trascinabile nelle polemiche: Sicurezza, Legalità, Polizia Municipale. E’ sulla videosorveglianza che le forze di minoranza sono passate all’attacco. Angelo Matrone denuncia insistentemente che l’impianto non funziona, e questo ostacola l’uso ai fini della prevenzione e del controllo di reati e territorio. “L’assessore è vago, e non fornisce dati. Si informi meglio” aveva detto l’esponente di Fdi. “Matrone se non intende seminare zizzania e diffondere l’ombra del dubbio, dovrebbe avere l’obbligo di fare nome e cognome della sua fonte – così Pignataro, parlando a tutto campo – perché io come assessore ho come interlocutore il solo dirigente Alfredo D’Ambruoso (comandante della Polizia Municipale, ndr)”. Non intende fare un sopralluogo dai carabinieri Pignataro, perché a suo dire la legge sulla Privacy lo ostacolerebbe: “anche volendo, non potrei guardare i monitor”. Ad ogni modo, a lui basta quanto sostiene il dirigente D’Ambruoso, che ha garantito all’assessore il “perfetto funzionamento dell’80% delle 20 videocamere installate in città”. Fanno 16 occhi elettronici affidabili, decisamente contrastante con quanto sostiene invece Angelo Matrone: “la metà non funziona e l’altra metà funziona male”. Difficile capire chi ha ragione, è scontro tra fonti dunque. “Abbiamo avuto a volte delle segnalazioni dai carabinieri di postazioni difettose, e prontamente siamo intervenuti – continua Pignataro che anticipa pure – chiaramente l’impianto installato nel 2008 risulta obsoleto, perché l’elettronica si aggiorna continuamente. Al proposito abbiamo già fatto richiesta di centomila euro per il nuovo Peg 2016, per poter ampliare e aggiornare tutto il sistema”. Si dice disposto ad un confronto pubblico, un altro, dopo i due avuti in consiglio comunale. “Matrone dica chi è la sua fonte e mettiamola a confronto, anche pubblicamente, con il nostro dirigente – la sfida dell’assessore alla sicurezza – e qualora dovesse emergere che il dirigente mi ha male informato, mi assumerò ogni responsabilità”. Chiarisce che la manutenzione (ordinaria e straordinaria) dell’impianto, fornita dalla Seti di Scafati, costa 9 mila euro l’anno ed è effettuata mensilmente, con tanto di apposito verbale. A chi lo accusa di non essersi speso per bandire nuovo concorso per l’assunzione di Vigili Urbani (a Scafati risultano essere la metà di quelli previsti dalla legge) Pignataro replica: “le pare che io non avrei voluto farlo? Avrei potuto restare nella storia, oltre che riceverne gratificazione politica, ma siamo bloccati dal patto di stabilità. Attendiamo inoltre ancora l’arrivo di sette o otto uomini della ex guardia provinciale, da ricollocare nel nostro organico”. Nonostante le palesi ed evidenti difficoltà, rivendica anche di essersi speso per l’approvazione dei progetti Obiettivo 2015, in favore del servizio di Polizia Municipale: “nonostante la Corte dei Conti in passato ci ha richiamato”. Quanto alla nota Baby Gang, composta da ragazzini del posto che oramai hanno fatto del centro città terra vandalizzata, Pignataro spiega che l’ostacolo è la stessa Giustizia, oltre alla giovanissima età dei protagonisti. “E’ capitato che una volta fermati, questi siano stati messi in libertà ancor prima che la pattuglia ritornasse al proprio comando. Come Comune abbiamo attivato ogni forma di servizio sociale utile affinché questi ragazzi possano distrarsi dallo stare per strada e commettere azioni criminose, ma fino ad oggi non è bastato”. Appena insediato, l’attuale assessore si fece conoscere per la sua intenzione di combattere il fenomeno della prostituzione che pure opera ancora, in località Bagni. “Con i colleghi della città confinante di Angri e la Polizia di Nocera Inferiore, abbiamo svolto numerose verifiche, arrivando a controllare e identificare oltre venti prostitute. Ma essendo quasi sempre comunitarie per loro non è applicabile neanche la diffida. Noi mai abbiamo abbassato la guardia, l’ultimo blitz la settimana scorsa”. Tra il suo operato, viene rivendicato anche il progetto (attualmente in fase di cantiere) che prevede la recinzione del perimetro dell’Istituzione Scafati Solidale, al centro Plaza, dove pure si sono a lungo registrati fenomeni criminosi. Infine, Pignataro spende una critica per l’opposizione: “sicuramente si può fare di più, ma è più difficile fare che criticare. Questa opposizione conosce solo l’arma della denuncia”. Sembra consapevole di essere destinato a lasciare l’esecutivo: “posso solo ringraziare per la fiducia che mi è stata concessa. Meglio che esca io che gli altri, perché loro, a differenza del sottoscritto (non eletto, ndr) sono stati costretti a dimettersi dal consiglio comunale, facendo entrare consiglieri surrogati”.
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Nocera/Scafati. Torquato e la spazzolata al «caro Pasqualino»
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